Wednesday, 27 June 2007

New Zealand si porta sul 2 a 1

Nella terza regata , i kiwi prendono subito il largo. Ma Alinghi rimonta, sorpassa e le barche danno vita a un testa a testa spettacolare (il prodiere neozelandese cade in mare, ma riesce a risalire): alla fine la spunta Tnz.

Se avessero perso questa regata qualche tifoso kiwi forse si sarebbe immolato al grande dio del vento. Si può perdere una regata che si è dominati anche con 350 metri di vantaggio? Se l'avversario si chiama Alinghi si può eccome e gli uomini di Bertarelli lo hanno dimostrato ieri. Riuscendo a riaprire una regata che di fatto era quasi chiusa dopo il primo lato, quello che si è appunto concluso con il vantaggio dei neozelandesi con 1'23" di vantaggio sugli svizzeri.
Strambata dopo strambata e virata dopo virata gli uomini di Ernesto Bertarelli sono tornati nel match, sferrando l'attacco decisivo da sinistra. Navigando da quella parte Butterworth (nella seconda bolina) trova quei refoli che aveva perso domenica e in pochi minuti il vantaggio di Team New Zealand 92 scende: 100 metri, 70, 40, 30, 1. E' la volta di Alinghi tornare in vantaggio (come era stato al via dopo una pessima partenza di Tnz), una prima volta i kiwi respingono l'affondo, ma al secondo tentativo la resistenza di Barker e soci crolla e Alinghi torna in testa, dopo una partenza nettamente migliore degli avversari.
Quando alla fine del secondo lato controvento Sui 100 ha girato la boa prima degli avversari (mancava solo un lato alla fine) con 15" su Nzl 92, in molti hanno pensato "è finita" e qualche tifoso di Tnz è andato ad affilare i coltelli per avviare la procedura di cui sopra. Ma proprio quando tutto sembrava perduto un altro salto di vento ha riaperto in modo decisivo la regata, dando nuova speranza ai kiwi, che dalla loro parte della poppa (scendevano a destra) hanno trovato il vento giusto per infilare Alinghi e portarsi addirittura in vantaggio 2-1 nella serie. Per una squadra che doveva essere battuta 5-0 non è detto che il divertimento sia finito qui.

Thursday, 21 June 2007

Cino Ricci, `Io tifo New Zealand`

A pochi giorni la via della sfida finale tra Alinghi e Team New Zealand, chi e` la favorita ? E` gia` tutto scritto?. Datasport ne ha parlato con Cino Ricci, storico velista e skipper di `Azzurra`, che nel 1983 ha fatto sognare molti appassionati, creando sicuramente da allora un grande interesse intorno alla sfida piu` affascinante nel mondo della vela.Ricci, secondo lei si puo` parlare di una barca favorita?`Assolutamente si`, e` il `defender`, Alinghi. Per quello che abbiamo visto fino a che ha regatato con tutte le altre barche, ha sempre dimostrato una superiorita` chiara. E` una barca velocissima. La logica dice che e` nettamente favorita. Bisogna poi capire quanto e` migliorata la barca sfidante, avendo avuto a disposizione tantissime regate, quindi questo puo` essere un interrogativo interessante.`Che cosa puo` dare agli sfidanti un punto di forza in piu` per battere Alinghi ?La forza e la tenacia. New Zealand ha questo come punto di forza. La grande passione, il cuore e sicuramente la voglia di riscatto per una sconfitta, quella di Auckland, davvero brutta e sfortunata. Se questa forza viene scatenata e` in grado di scardinare ogni pronostico. Ah, se si infila nel modo giusto, possono scombinare i piani agli svizzeri!`Sara` un duello tra timonieri?`Certo. Tra timonieri e tattici. A Valencia abbiamo visto che chi sceglie e tiene la parte migliore. mette gia` in condizioni negative gli avversari. Timoniere e tattico sono fondamentali. Anche se le barche saranno pari, scegliere il lato giusto e tenerlo, puo` determinare il risultato fin dall`inizio. Abbiamo visto come e` andata con Luna Rossa contro BMW Oracle e poi come proprio New Zealand ha fatto con Luna Rossa`Possiamo chiederle se tifa per qualcuno dei due ?`Ah io tifo per i neozelandesi. Insomma tifo, diciamo che e` la mia favorita e l`ho detto fin dall`inizio. No, no, diciamo che adesso tifo proprio per New Zealand`


Monday, 11 June 2007

Emirates Team New Zealand Vince La Louis Vuitton Cup

Valencia, 6 giugno 2007 - Quinta regata di finale per la selezione dello sfidante ufficiale alla Coppa America. Dopo un posticipo dovuto all'instabilità del vento si parte alle 15.25 sul quattro a zero per i neozelandesi. Vento tra i 7 e gli 10 nodi da nord-est. Luna Rossa entra da destra e naviga profonda nel box pre-partenza con Spithill che spinge Barker al dial up. ITA 94 parte in Comitato mura a destra con NZL 92 sottovento. Spithill vira poco dopo il via e naviga verso la destra del percorso, il lato voluto. Emirates Team New Zealand si dirige verso la sinistra. A metà della prima bolina le barche navigano parallele testa a testa, ma dopo la virata alla layline di destra NZL 92 allunga su ITA 94.Il distacco alla prima boa è di 20 secondi. All'inizio della prima poppa Luna Rossa finge una strambata, Emirates reagisce e si separa consentendo a ITA 94 di recuperare oltre 50 metri. Il vento continua a ruotare a destra e al cancello di poppa il delta è sempre di 20 secondi a vantaggio dei kiwi. Il terzo lato vede l'inizio di un'accanito duello di virate con Luna Rossa che riesce a mantenersi al centro del campo e a tenere il distacco immutato nonostante la rotazione del vento non le sia favorevole. 20 i secondi di distacco alla terza boa. Nell'ultimo lato di poppa ITA 94 continua ad attaccare forzando Emirates a un duello a centro campo, ma i Kiwi continuano a coprire e tagliano il traguardo con un delta finale di 22 secondi.Emirates Team New Zealand vince la Louis Vuitton Cup e, campione degli sfidanti, incontrerà i detentori di Alinghi in Coppa America a partire dal 23 giugno.

Friday, 1 June 2007

VUITTON CUP: VA A NEW ZEALAND LA PRIMA REGATA

LUNA ROSSA BATTUTA DI SOLI 8 SECONDI
Emitares Team New Zealand si è aggiudicata la prima regata della finale della Louis Vuitton Cup di vela, battendo nel mare di Valencia Luna Rossa Challenge, che aveva come 18/o uomo a bordo il patron Patrizio Bertelli. Di una ventina di metri il divario all'arrivo fra le due imbarcazioni. Domani, sempre con inizio alle 15, i due equipaggi si affronteranno per il secondo match race della serie. I 'kiwi' sono sempre stati al comando della sfida, amministrando il minimo vantaggio. «Siamo contenti per la regata, non per il risultato. Ma la sfida è aperta e possiamo recuperare». Così Torben Grael, tattico di Luna Rossa, dopo la sconfitta della barca italiana nella prima regata della finale della Louis Vuitton Cup contro New Zealand. I 'kiwì hanno scelto la destra del campo di regata e hanno condotto fino al traguardo amministrando un vantaggio di pochi secondi senza commettere errori. «L'impressione è che la barca sia buona e per questo siamo contenti», dice il brasiliano a La7. «Loro hanno avuto il lato favorevole per tutta la regata, siamo riusciti a stare vicini tutto il tempo mettendo loro pressione ma abbiamo avuto poche opportunità. Peccato, ma siamo contenti di come sono andate le cose. La nostra è stata una buona partenza, non ci aspettavamo così forte la destra che ha pagato tanto. Per domani comunque siamo ottimisti».«Sono contento per la prestazione della barca: i nostri avversari sono partiti bene, ma noi siamo riusciti a rimanere vicini. Siamo contenti di come sono andate le cose oggi». Così Torben Grael, tattico di Luna Rossa Challenge, ha commentato ai microfoni di 'Forzasette’, la trasmissione sull'Americàs Cup in onda su LA7, la sconfitta subita nella prima finale della Louis Vuitton Cup di vela, maturata contro Emirates Team New Zealand, . «Anche la nostra è stata una buona partenza - ha spiegato il velista di origine brasiliana - Hanno preso la destra del tracciato e questa scelta ha pagato tanto, mentre noi non abbiamo avuto l'opportunità di mantenere la posizione. C'è sempre stata grande pressione a destra, eravamo vicini e non pensavamo fosse il momento di fare una grande separazione dai neozelandesi». Grael è apparso ottimista per la seconda regata in programma domani. «Abbiamo la possibilità di recuperare già domani - ha sottolineato - Nel finale c'era qualche piccolo salto di vento a sinistra, abbiamo tentato il tutto per tutto fino alla fine, ma era difficile guadagnare terreno dalla nostra parte». «Se ci fosse stato qualche piccolo salto di vento - ha concluso - avremmo anche potuto vincerla questa regata. Noi siamo contenti di come è andata, tranne che per il risultato: è una finale aperta, niente a questo punto è compromesso».

Team New Zealand

Hanno vinto la classifica degli Acts, hanno vinto la classifica dei Round Robins, hanno scelto l'avversario più abbordabile. Difficile pensare che non arrivino in finale in carrozza. Hanno mostrato pochissime incertezze, una in verita' contro di noi nella regata di apertura e un'altra nella regata con Luna Rossa, entrambe nel primo RR. Poi nel secondo giro si devono essere messi un po' più in quadro e non ne hanno più sbagliata una.L'equipaggio e' un bel mix di giovani e "senatori". I giovani sono quelli che hanno perso la coppa nel 2003, i senatori sono alcuni del gruppo storico che la coppa l'ha conquistata nel '95 a San Diego e poi difesa contro la Luna Rossa nel 2000.Una curiosità del sailing team e' che mentre per quanto riguarda trimmers delle vele, manovratori e grinders sono tutti neozelandesi, l'afterguard, ovvero le posizioni del timoniere, tattico, stratega e navigatore è "contaminato" dalla presenza di inglesi, australiani e ameicani. Il timoniere Dean Barker e' Kiwi, ma il tattico Terry Hutchinson e' americano ed e' coadiuvato come stratega (occhio ed opinione in piu' per prendere le decisioni) da un australiano o da un altro americano.Avendo avuto occasione di navigare con tanti velisti di entrambe le nazionalita', una considerazione sui diversi stili di condurre la regata di americani e neozelandesi: mentre con i primi si naviga come se ci fosse sempre una radio accesa, tale e' la mole di informazioni che arrivano al timoniere dall'equipaggio, e soprattutto dal tattico, che piuttosto che tacere ti parlerebbe anche della scelta del ristorante di domani sera, e come timoniere devi cercare di filtrare quello che ti serve e scartare il resto, con i neozelandesi ti accorgi a malapena che ci sono, informazioni a bassa voce e solo indispensabili, insomma meno cerimonie e spesso piu' concretezza. Naturalmente come in tutti gli sport ci sono stili diversi e tecniche diverse che spesso possono portare alle stesse prestazioni, ma qui si tratta proprio delle due scuole agli estremi. In mezzo, forse a fare un po' da cuscinetto ci sono gli inglesi, il navigatore Ian Moore, giovane ma gia' molto esperto e uno stratega australiano Adam Beashel, che dopo aver lasciato una dito nella scotta della randa prima della partenza di una delle regate di flotta lo scorso aprile, ora sarà molto, ma molto attento. Al riguardo e' capitato nel primo round robin, probabilmente in un momento di qualche difficolta' in cui anche i favoriti possono incappare, di origliare dai microfoni di bordo un "per favore potresti far silenzio…" rivolto da qualche membro dell'equipaggio che forse non ha ancora fatto l'abitudine alla radio accesa. Capi della squadra sono Grant Dalton, boss supremo, leggenda della vela oceanica, 47 anni ma ne dimostra almeno 10 in piu', a bordo come tuttofare, e credo che in effetti sappia fare di tutto, e Kevin Shoebridge, grandissimo velista, in passato anche a bordo di barche italiane.In panchina Rod Davies (americano di nascita ma neozelandese di adozione, gia' timoniere di New Zealand ai tempi del Moro di Venezia, poi allenatore e timoniere in partenza della Luna Rossa e la riserva di lusso Ben Ainsle, inglese, forse oggi il n.1 della vela mondiale che ha timonato nelle ultime regate di flotta.Per finire anche un po' di anima latina nella barca dei Kiwi, con il giovane progettista Marcelino Botin, spagnolo di Santander e il genovese Giovanni Belgrano, "Bacci" per gli amici, autentico guru delle strutture e dei materiali di queste barche.