Hanno vinto la classifica degli Acts, hanno vinto la classifica dei Round Robins, hanno scelto l'avversario più abbordabile. Difficile pensare che non arrivino in finale in carrozza. Hanno mostrato pochissime incertezze, una in verita' contro di noi nella regata di apertura e un'altra nella regata con Luna Rossa, entrambe nel primo RR. Poi nel secondo giro si devono essere messi un po' più in quadro e non ne hanno più sbagliata una.L'equipaggio e' un bel mix di giovani e "senatori". I giovani sono quelli che hanno perso la coppa nel 2003, i senatori sono alcuni del gruppo storico che la coppa l'ha conquistata nel '95 a San Diego e poi difesa contro la Luna Rossa nel 2000.Una curiosità del sailing team e' che mentre per quanto riguarda trimmers delle vele, manovratori e grinders sono tutti neozelandesi, l'afterguard, ovvero le posizioni del timoniere, tattico, stratega e navigatore è "contaminato" dalla presenza di inglesi, australiani e ameicani. Il timoniere Dean Barker e' Kiwi, ma il tattico Terry Hutchinson e' americano ed e' coadiuvato come stratega (occhio ed opinione in piu' per prendere le decisioni) da un australiano o da un altro americano.Avendo avuto occasione di navigare con tanti velisti di entrambe le nazionalita', una considerazione sui diversi stili di condurre la regata di americani e neozelandesi: mentre con i primi si naviga come se ci fosse sempre una radio accesa, tale e' la mole di informazioni che arrivano al timoniere dall'equipaggio, e soprattutto dal tattico, che piuttosto che tacere ti parlerebbe anche della scelta del ristorante di domani sera, e come timoniere devi cercare di filtrare quello che ti serve e scartare il resto, con i neozelandesi ti accorgi a malapena che ci sono, informazioni a bassa voce e solo indispensabili, insomma meno cerimonie e spesso piu' concretezza. Naturalmente come in tutti gli sport ci sono stili diversi e tecniche diverse che spesso possono portare alle stesse prestazioni, ma qui si tratta proprio delle due scuole agli estremi. In mezzo, forse a fare un po' da cuscinetto ci sono gli inglesi, il navigatore Ian Moore, giovane ma gia' molto esperto e uno stratega australiano Adam Beashel, che dopo aver lasciato una dito nella scotta della randa prima della partenza di una delle regate di flotta lo scorso aprile, ora sarà molto, ma molto attento. Al riguardo e' capitato nel primo round robin, probabilmente in un momento di qualche difficolta' in cui anche i favoriti possono incappare, di origliare dai microfoni di bordo un "per favore potresti far silenzio…" rivolto da qualche membro dell'equipaggio che forse non ha ancora fatto l'abitudine alla radio accesa. Capi della squadra sono Grant Dalton, boss supremo, leggenda della vela oceanica, 47 anni ma ne dimostra almeno 10 in piu', a bordo come tuttofare, e credo che in effetti sappia fare di tutto, e Kevin Shoebridge, grandissimo velista, in passato anche a bordo di barche italiane.In panchina Rod Davies (americano di nascita ma neozelandese di adozione, gia' timoniere di New Zealand ai tempi del Moro di Venezia, poi allenatore e timoniere in partenza della Luna Rossa e la riserva di lusso Ben Ainsle, inglese, forse oggi il n.1 della vela mondiale che ha timonato nelle ultime regate di flotta.Per finire anche un po' di anima latina nella barca dei Kiwi, con il giovane progettista Marcelino Botin, spagnolo di Santander e il genovese Giovanni Belgrano, "Bacci" per gli amici, autentico guru delle strutture e dei materiali di queste barche.